Tra le calamità che hanno colpito il Comune sono da ricordare la peste del 1656 che fece numerosissime vittime (a seguito di tale calamità, nel 1658, la città di L’Aquila contava 3743 abitanti: la punta più bassa riscontrata) ed il terremoto del 2 febbraio 1703. Mancano documentazione certe dei danni subiti dalle ville di Tornimparte tuttavia si può ipotizzare che siano stati molto gravi in quanto le attuali abitazioni sono tutte posteriori al ‘700 e le chiese, se si eccettua la chiesa di San Panfilo a Villagrande e quella di Rocca Santo Stefano, sono tutte in stile barocco.

Nel 1813 il Comune di Rocca Santo Stefano, di circa 400 abitanti, veniva unito al comune di Tornimparte, di circa 1700 abitanti; Tornimparte faceva parte del Circondario di Sassa insieme ai comuni di Lucoli, Civitatomassa, Preturo, Scoppito e Poggio Santa Maria. Il primo sindaco del Comune riunito di Tornimparte fu Giuseppe Gianforte.

Con il Congresso di Vienna del 1814 tornò sul trono Ferdinando I di Borbone, Re delle due Sicilie. Venne confermata la divisione dell’Abruzzo in tre province: Tornimparte faceva parte dell’Abruzzo Ulteriore II che aveva per capoluogo L’Aquila.

A seguito del plebiscito del 21 ottobre 1860 il Regno delle due Sicilie veniva annesso al Piemonte fino alla proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo 1861. A seguito di questi avvenimenti Tornimparte fu interessato, come tutto il territorio del Regno delle Due Sicilie, dal fenomeno del brigantaggio. Tra le varie bande che operarono sul territorio del comune ricordiamo quella di Giovanni Colaiuda, originario della frazione Barano, e quella di Berardino Viola. Per arginare il fenomeno i nostri territori ospitarono anche presidi dell’esercito.