Nel 1173 le comunità di Tornimparte erano divise in due feudi, precisamente Rocca S. Vito (Colle S. Vito) e Collerinico (Forse l’attuale colle S. Maria), ambedue con l’obbligo di un soldato e mezzo a cavallo da cui si deduce che erano abitati da circa 36 famiglie. Nel 1178, dalla bolla di papa Alessandro III al Vescovo di Forcona i feudi risultano essere Tornimparte, Rocca S. Vito, Collerinico e Castello di Balio.
Il Castello di S. Angelo di Castiglione fu tra quelli distrutti, nei primi anni del 1200, dalle sollevazioni popolari a seguito delle pesanti tasse imposte dai feudatari. L’episodio è ricordato da Buccio da Ranallo nella sua "Cronaca Aquilana rimata":
"Multe castella strussero,
non se porria cuntare
Ocre et Castelluni fecero derupare
La roba che recarono anco se tè ad redare"
Fu a seguito di tali drammatici eventi che gli abitanti di vari castelli decisero di unirsi in una sola grande città e scelsero come sede di questo insediamento il castello di Acquili. L’imperatore Corrado IV diede il suo assenso alla fondazione della città di L’Aquila nel 1254. Le genti di Tornimparte, Rocca S. Stefano e Castiglione si stabilirono nel quartiere S. Giovanni di Lucoli, divenuto poi S.Marciano, nella zona della Rivera. I cittadini più numerosi erano quelli di Colle S.Vito che eressero la chiesa dedicata appunto a S.Vito ed una parte della cinta muraria della città. La gente di Tornimparte contribuì, insieme agli altri abitanti del quartiere, ad erigere, nel 1272, la mirabile fontana delle 99 Cannelle. Tornimparte ebbe un ruolo di primaria importanza nel governo della città eleggeva, infatti, un proprio sindaco alla "Camera Aquilana" e forniva soldati a piedi e a cavallo per le guerre che furono combattute in quel per iodo.