Fissare una data certa sull'erezione del castello di S. Angelo di Castiglione, sulle montagne di Tornimparte, sarebbe una presunzione, in quanto non esistono documenti e fonti bibliografiche. Per formulare ipotesi bisogna affidarsi alla tradizione orale. Castiglione, come Tornimparte, come tutto l'Abruzzo, nel VII sec. Faceva parte del Ducato di Spoleto : dal punto di vista amministrativo era sotto la giurisdizione del gastaldato di Amiterno. Alla dominazione longobarda successe quella dei Franchi. I Re franchi divisero il proprio territorio in contee e marchesati. Il primo Conte fu Berardo detto il Francisco, che fece costruire "fortezze" sulle rocce, a quei tempi impenetrabili, tra cui quelle di Tornimparte e quella di Castiglione. Con il moltiplicarsi di feudi-stato indipendenti, ciascuno con una propria amministrazione e proprie leggi, senza un coordinamento e controllo centrale, si sentì la necessità di difenderli dalla violenza dei vicini, e, quindi, ciascun feudatario volle difendere il proprio borgo con alte mura perimetrali e volle stabilire la propria dimora fortificata sopra un luogo elevato o in posizione in altro modo favorevole.
Sorsero così i castelli medioevali, con mura massicce e torri merlate, le cui rovine ancora oggi si ergono sulle cime di colli o in molti villaggi : tra gli altri c'era il Castello di S. Angelo di Castiglione, che con la sua superficie di circa 600 mq, e le sue mura perimetrali larghe circa 1.20 m., era senz'altro uno dei più imponenti ed uno dei più importanti dal punto di vista strategico, vista la sua posizione che domina la vallata di collegamento sia tra la conca aquilana e la Valle del Salto, dove tuttora vi è la SP Amiternina , sia tra la Valle del Salto e la zona di Sella di Corno - Antrodoco, dove tutt'oggi ci sono resti di un sentiero di epoca romana. Alle dipendenze del feudatario c'erano soldati per la difesa e contadini per il lavoro dei campi, l'allevamento del bestiame e la produzione di legna e carbone, le cui abitazioni erano disseminate lungo la dorsale della collina.
Nel 1178, dalla Bolla di Papa Alessandro III a Pagano, vescovo di Forcona, i feudi del territorio di Tornimparte risultano essere : Tornamparte, Rocca S. Vito, Collerinico (forse Colle S. Maria) e Castello di Ballo (Castiglione). Nel 1204, dalla Bolla di Innocenzo III inviata al cugino Giovanni, vescovo di Forcona, i feudi sopra citati vengono rimenzionati, e viene sancito il loro trasferimento dal contado amiternino a quello forconese. In tale data, quindi, Tornimparte con Castiglione apparteneva alla Diocesi di Forcona. In questi anni ai servi della gleba ed ai cittadini liberi venivano imposte pesanti tasse, molte delle quali stranissime, come l'erbatico, per il pascolo degli animali ; il maritaggio, per contrarre matrimonio ; il pedaggio, per attraversare ponti ..........i castellani, intolleranti del giogo e gelosi della propria libertà, ordirono una congiura per liberarsi di tali umiliazioni. I nobili, da parte loro, infierirono con una crudelissima repressione. La popolazione, a sua volta, contrappose una reazione di inaudita violenza che finì soltanto con la distruzione dei palazzi di quei signorotti, con il furto di quanto si poteva portar via, e la fuga di quanti riuscirono a scampare alla furia popolare. Allora era Re Carlo D'Angiò e fra i tanti signorotti vi era anche Roberto di Castiglione che rimase ucciso nella sollevazione popolare.In seguito, gli abitanti dei vari castelli decisero di unirsi in una sola grande città, al fine di trovare, nella concordia e nell'unità, la forza di opporsi ai tentativi di rivalsa da parte dei nobili.