Anche se oggi restano pochi ruderi in mezzo alle sterpaglie la chiesa di Santa Maria Abbarano è antichissima, infatti si trova già citata in una bolla del 1178 di Papa Alessandro III al vescovo di Forcona. Al pari della chiesa di S Panfilo, San Vito, Santo Stefano ecc concorreva con le sue decime vescovali. A Santa Maria Abbarano toccava una decima pari a: " unum de spallis et splanatas duas" ed in caso do visita pastorale si doveva incomodare con una" procuratio" media di vitto. Era la classica chiesa di campagna che oltre ad assolvere alla cura della anime dei paesi circostanti, trovandosi su un itinerario di collegamento tra il Cicolano e la città dell' Aquila, confortava viandanti e pellegrini. Nei prati circostanti vi si teneva una importante fiera primaverile in occasione della festa dell'Annunziata del 25 di Marzo, "se scuceanu da tuttu ju munnu", viene ancora oggi raccontato da tutti gli anziani, per rappresentare la grande affluenza di gente. I Parroci che hanno retto la parrocchia negli ultimi due secoli sono stati quasi tutti di Tornimparte, ovviamente delle famiglie più in vista. Lentamente, poi , con le mutate condizioni socio-economiche, la chiesa ha incominciato a perdere la sua importanza avviandosi ad un lento ed enesorabile degrado, che andrebbe opportunamente bloccato.
Nel 1976 "il beneficio parrocchiale" di S. Maria Abbarano fu trasferito alla chiesa di Barano dedicata alla Madonna della Neve, che da quell'anno è parrocchia.